FESTIVAL del TIBET - Torino 5 - 6 luglio 2013
78° compleanno di Sua Santità il Dalai Lama e anniversario del centenario della dichiarazione di indipendenza del Tibet
5 luglio 2013
ore 10.30 - presso Consiglio Regionale - Piemonte Palazzo Lascaris, Via Alfieri 15
Convegno “Scenari e prospettive per il futuro del Tibet in occasione del centenario della proclamazione dell’indipendenza del Tibet”
I relatori : On. Penpa Tsering, On. Kelsang Gyaltsen, Ven. Thubten Wangchen, On. Gianni Vernetti, On. Matteo Mecacci, On. Giampiero Leo, On. Mariacristina Spinosa, On. Malan Lucio, On. Gattolin André. Moderatore On. Bruno Mellano. (Aperto al pubblico)
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Condizioni del Tibet dopo l’invasione Cinese |
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Le attività della Cina in Tibet negli ultimi 64 anni hanno instaurato un clima di paura tuttora drammaticamente opprimente, infinite torture e incarcerazioni hanno avuto luogo in seguito a ogni protesta pacifica. I progetti economici discriminano ed escludono i Tibetani, ne minacciano la loro identità peculiare. Sottoposti all’occupazione cinese, alle persone del Tibet vengono costantemente rifiutati e tolti quasi tutti i diritti garantiti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, di questi non vi è alcuna tutela, includendo anche i diritti di autodeterminazione, libertà di parola, di assemblea, di movimento, di espressione, di spostamento e viaggi. Il governo cinese ha bandito e criminalizza qualsiasi espressione o segnale di supporto al Dalai Lama.
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La proclamazione dell’indipendenza del Tibet del 13°Dalai Lama e la situazione attuale del Tibet |
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Il Tibet ha una storia scritta di oltre 2.000 anni. Prima che l’esercito comunista cinese lo invadesse nel 1949, il Tibet era uno stato indipendente e sovrano, era una nazione dotata di un suo governo, moneta, sistema postale, lingua, scrittura, stile sociale e legale ben distinti da quelli della Cina. In particolare, quest’anno, il 2013, si commemora il centenario della proclamazione della sua indipendenza da parte del Tredicesimo Dalai Lama, Thubten Gyatso. Era il 13 Febbraio 1913 quando era stata pubblicata la ‘Tibetan Proclamation of Independence’ (la proclamazione dell’Indipendenza del Tibet), una dichiarazione pubblica in cinque punti che riaffermava la sovranità del Tibet e la fine della relazione di ‘religiosi e mecenati’ fra i Tibetani e i Manciù. Nell’anno successivo, il Tibet e la Mongolia avevano firmato un trattato che riconosceva la sovranità reciproca; il documento originale attualmente si trova in Mongolia.
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La Comunità tibetana in Italia, l'Associazione Cellerè, l'Associazione VillaggioTerra ong.onlus invitano ad una marcia di tre giorni per esprimere solidarietà con il popolo tibetano e rivendicare con forza il rispetto dei diritti umani in Tibet.
Nel 1949 è iniziata l'occupazione del Tibet da parte della Cina, terminata nel 1959 con l'annessione dell'intera nazione. Nel 1960 la Commissione di Giustizia Internazionale ha riscontrato atti di genocidio e la violazione di sedici articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.
Più di un milione di tibetani sono morti a seguito dell'occupazione cinese.
Migliaia di prigionieri religiosi e politici tibetani sono detenuti in prigioni e in campi di lavoro forzato dove la tortura è pratica comune.
Alle deprimenti condizioni di vita delle donne tibetane si aggiunge il diritto negato di avere figli liberamente. Sono numerose le sterilizzazioni forzate.
Circa seimila monumenti della cultura tibetana sono stati distrutti e rappresentavano il 90% del patrimonio artistico e architettonico.
Le autorità cinesi discriminano apertamente i tibetani. Il diritto alla salute come il diritto allo studio o al lavoro non sono egualmente distribuiti tra i cittadini cinesi e tibetani.
La politica di espansione colonialistica cinese sta distruggendo le risorse naturali di cui il Tibet era ricco, animali selvatici sterminati, foreste abbattute e terreno impoverito.
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Sua Santità il XIV Dalailama incontra il Trentino |
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Xi Jinping: China's 'princeling' new leader |
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Source: Times India
Beijing, November 15, 2012, With a revolutionary hero for a father and a pop star for a wife, China's new leader Xi Jinping has impeccable political pedigree but has given few clues about how he will govern the country. Xi, 59, walked into the Great Hall of the People in Beijing Thursday as general-secretary of the Chinese Communist Party, the most powerful position in the world's most populous country and second-biggest economy.
He is expected to become national president in March and hold both posts for the next decade.
He has risen to the top of the secretive party by presenting himself as a compromise candidate -- acceptable to outgoing leader Hu Jintao, still-influential former president Jiang Zemin, and other power-brokers.
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